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Educazione e stereotipi di genere

Elena Gianini Belotti è stata una scrittrice, insegnante e pedagogista italiana. Ha lavorato per molto tempo come assistente nel campo infantile. Ha inoltre diretto, dal 1960 al 1980, il primo centro nascita Montessori a Roma. Tra i suoi scritti, Dalla parte delle bambine tratta proprio l’ambito pedagogico. Il libro è stato pubblicato per Feltrinelli nel 1973. Riscontrante notevole successo, s’inabissa nelle radici dell’infanzia, delineando gli stereotipi in relazione al sesso. Con minuzia, l’autrice s’inoltra nel tema, schiudendo la genesi dell’educazione.

Innatismo o educazione?

Già John Stuart Mill, nel 1869, con “The Subjection of Womendiscute la concezione di “natura femminile”. Considera la donna libera di esprimersi solo se allo stesso piano dell’uomo, data la subordinazione vigente. Invece Rousseau, benché contraddistinto a suo tempo, nel romanzo pedagogico rende a Sofia un’educazione femminile contrapposta a quella maschile di Emilio. Anteponendo il “ruolo” sociale alla persona, non viene meno la persona stessa? Elena Gianini Belotti, nel 1973, riprende e destruttura un quesito interiorizzato. Innatismo o educazione?

Ogni condizionamento sessuale vive a patto che nell’altro sesso ne venga provocato uno opposto.

Elena Gianini Belotti, “Dalla parte delle bambine”

Dalla parte delle bambine

“Dalla parte delle bambine”: quanto e come influiscono gli stereotipi di genere.

L’opposizione uomo-donna è un’opposizione culturale, ove l’uno è compensatorio all’altro. L’autrice rintraccia nell’educazione una causa, rilevando quanto e come influiscano figure genitoriali e non. Il bambino, nel processo di imitazione e identificazione, ripropone in sé il modello che ritiene idoneo. E, pur di essere accettato, si allinea allo standard. Così facendo, il potenziale dell’individuo si subordina al “dovere” sociale del proprio sesso. Se i bambini più miti sono spinti a essere più “maschi”, le bambine prediligono la “femminilità” all’autorealizzazione. La pedagogista propone esempi ed esperienze: le bambine declinano sotto pressione sociale l’aggressività esterna in autoaggressività. E il perfezionismo ansioso è sovente sostituzione di un’energia soppressa, tesa al servizio dell’altro.

I bambini non sopportano sentirsi diversi dai coetanei, perché la diversità porta gli altri a giudicarli strani, a rifiutarli, a criticarli. Il conformismo è loro necessario perché hanno bisogno di regole e modelli che li rassicurino.

Elena Gianini Belotti, “Dalla parte delle bambine”

Educazione e stereotipi: uno spazio nuovo

La pedagogista aspira a uno spazio più libero per i bambini, in modo che possano essere e dare al mondo. Uno spazio che vada oltre, che sia per le qualità umane, e non per qualità “femminili” e “maschili”. Dalla letteratura infantile, ai giochi, alle istituzioni: i preconcetti culturali rischiano di irrompere nella realizzazione di quella che sarà una persona, atta a costruire e a far parte di una comunità.

Stereotipi di genere e realtà contemporanea

Dalla visione pioneristica di Elena Gianini Belotti, hanno continuato a susseguirsi studi sull’identità e sulla costruzione del genere. Dalla presa di consapevolezza alla decostruzione, il privato si è sempre più riconosciuto come territorio politico.

Quanto è libero, oggi, l’individuo?

I pregiudizi sono profondamente radicati nel costume: sfidano il tempo, le rettifiche, le smentite perché presentano un’utilità sociale. L’insicurezza umana ha bisogno di certezze, ed essi ne forniscono.

Elena Gianini Belotti, “Dalla parte delle bambine”
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