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Amalasunta, la regina degli Ostrogoti

Per comprendere maggiormente le vicende che si susseguirono in Italia tra la morte del re ostrogoto Teodorico e la conquista di Giustiniano, imperatore romano in Oriente, è essenziale ricordare Amalasunta, la regina degli Ostrogoti. Non basta, però, citarla in un rigo del manuale di storia, liquidando frettolosamente la sua figura.

Amalasunta nacque a Ravenna nel 495 d.C., figlia di Teodorico e di Audofleda, sorella del re franco Clodoveo I. Ricevette un’ educazione molto vicina a quella romana; oltre alla propria lingua, parlava il latino e il greco. A vent’anni, sposò Eutarico, originario della penisola iberica, che morì nel 524 d.C. Con lui ebbe i due figli, Atalarico e Matasunta.

Teodorico aveva designato come suo successore il nipote: alla sua morte, avvenuta nel 526 d.C., Atalarico era ancora molto giovane. Così, Amalasunta prese le redini del potere. Durante la sua reggenza, la donna seguì la linea politica tenuta dal padre nei primi periodi del suo regno. Infatti, provò a perseguire una convivenza pacifica tra il popolo romano e quello ostrogoto Per farlo, cercò di rimediare alle ultime azioni di Teodorico: restituì i beni confiscati alle famiglie di Boezio e Simmaco, fatti uccidere da lui, e cercò di ingraziarsi le fazioni romane e cattoliche. Amalasunta assicurò al senato un trattamento di riguardo e protesse curiali e provinciali dalle angherie degli Ostrogoti. Inoltre, aumentò il potere dei vescovi.

Una buona parte degli Ostrogoti, però, non vedeva di buon occhio questa politica né, probabilmente, una donna al potere. Infatti, le rimproverarono di educare il figlio in modo errato, dando ampio spazio alla cultura latina, a discapito delle radici gotiche del loro popolo. Così, chiesero di occuparsi dell’educazione di Atalarico. Con questa pubblica accusa, misero in cattiva luce Amalasunta, che si trovò costretta ad accettare. Dal canto suo, pare che il piccolo futuro re accettò di buon grado la separazione dalla madre. Questi Ostrogoti lo iniziarono ad ogni tipo di vizio, impartendogli un’educazione paramilitare.

Non contenti, però, ordirono una congiura ai danni di Amalasunta, della quale intendevano sbarazzarsi definitivamente. Scoperto il piano, la donna reagì: chiese protezione a Giustiniano e ordinò l’uccisione dei cospiratori. L’imperatore bizantino accettò, offrendole asilo a Costantinopoli, ma alla notizia della riuscita degli omicidi commissionati, decise di rientrare in Italia.

Gli eventi, però, precipitarono poco dopo: la legittimità del suo potere agli occhi degli avversari venne meno alla morte prematura di Atalarico, avvenuta nel 534 d.C. Così, Amalasunta corse ai ripari, rafforzando il suo potere tramite il matrimonio con Teodato, duca di Tuscia, suo cugino, ben visto dalla fazione a lei avversa.

Purtroppo, però, questo matrimonio le si rivelò fatale. Teodato, con idee simili a quelle degli oppositori della regina, la fece rinchiudere sull’Isola Martana, nel lago di Bolsena. Lì, nel 535 d.C., la raggiunsero alcuni sicari che la strangolarono, uccidendola. Non si sa con certezza, ma alcune fonti ritengono che Teodato lasciò infiltrare dei sicari finanziati dai parenti di quei cospiratori fatti uccidere qualche anno prima da Amalasunta. Secondo un’altra teoria, sostenuta da Procopio di Cesarea, Amalasunta sarebbe stata fatta uccidere dall’imperatrice Teodora, moglie di Giustiniano:

Lei invece diede un unico ordine a Pietro e questo era di far scomparire al più presto dalla faccia della Terra la donna rivale e gli prospettò una ricompensa elevatissima se avesse compiuto la missione affidatagli. Il sunnominato Pietro, giunto in Italia, poiché la natura umana non arretra neppure dinanzi all’omicidio quando spera di ottenere grandi onori e ricchezze, riuscì a persuadere Teodato, io ignoro come, a sopprimere Amalasunta1.

In ogni caso, la fine di Amalasunta fu segnata dalla tragedia, ancora di più se si pensa all’oblio a cui la sua vicenda è stata ingiustamente condannata. La sua figura è di grande importanza storica, poiché contrassegnata da eventi importanti. Anche la sua morte si lega alla grande storia: essa diede il pretesto formale a Giustiniano per attaccare gli Ostrogoti, ritenuti responsabili. In questo modo, l’imperatore poteva riconquistare la penisola italica: dopo circa vent’anni di guerra sanguinosa, questa impresa gli riuscì, segnando così la fine regno ostrogoto.

Materiale citato

1Procopio di Cesarea, Storie Segrete, (XVI, 1-5).

Materiale consultato

Bugani Alba, Amalasunta e i goti in Italia, Il Ponte Vecchio, 2022.

De Giovanni Neria, Amalasunta, regina barbara, Nemapress editrice, 2003.

Parodi Massimo, Amalasunta, Enciclopedia delle donne, <http://www.enciclopediadelledonne.it/biografie/amalasunta/>.

Perozziello Federico E., La tragica storia di Amalasunta, Il Festival del Medioevo, <https://www.festivaldelmedioevo.it/portal/la-tragica-storia-di-amalasunta/>.

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Maura Catania

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