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Copertina di La foresta trabocca di Maru Ayase

La guerra dei ruoli: La foresta trabocca di Maru Ayase

by Lord Gazza @lord.gazza.art
By Lord Gazza @lord.gazza.art

Ogni generazione ha la percezione che gli anni della giovinezza siano stati protetti da un mondo migliore di quello contemporaneo. Accade in riferimento a musica, teatro, costumi sociali, sicurezza, situazione economica e la lista è ancora lunga. Il tranello è ben nascosto per tutti e difficilmente risparmia almeno un aspetto della vita.

Il nostro presente è sovraccarico di reati di femminicidio, violenze e abusi. Si continua a parlare di soffitti di cristallo, prevalenza di uomini nei ruoli cardine della società, negazione d’accesso ai diritti fondamentali e sembra addirittura che alle volte, per quanti passi in avanti si riescano a fare, arrivi l’immancabile passo indietro a farci retrocedere nel fango e a obbligarci a ricominciare da capo.

Tuttavia, leggendo questo romanzo di Maru Ayase è necessario smettere di parlare per grandi temi e cominciare ad avvicinarsi.

C’è una coppia. Lui è carismatico, un aspirante scrittore dal carattere volitivo ed egocentrico. Lei è l’affascinante e libera cameriera di un pub di famiglia. Divenuti sposi, lui, Nowatari Tetsuya, resta un aspirante scrittore dal carattere volitivo ed egocentrico. Lei, Riu, diventa sua moglie.

Nowatari scrive forgiando le sue parole sulla moglie. Racconta dettagli intimi di lei e della loro relazione: una morbosità che conquista lettori che ci mettono ben poco a cercare un contatto con colei che, musa, possiede uno spazio genuino nella realtà. Nowatari non si fa scrupoli nello sfruttare la sessualità e l’indipendenza di Riu per creare un romanzo che lo consacra come autore di successo e lo vede conquistare una posizione nel mondo.

Se i ruoli dei coniugi Nowatari fossero stati invertiti, se a scrivere fosse stata la moglie e quello a essere rappresentato il marito, probabilmente il suo giudizio sarebbe stato più deciso: «Possibile che quest’uomo non abbia niente da ridire nel vedersi ritratto così?». Invece, nei confronti della moglie di Nowatari, a guidarla era stato il pregiudizio che lei fosse una donna, senza la minima ombra di malizia, e non si era posta troppe domande.

Non si ferma qui. Questo è solo il trampolino di lancio per scaldare le acque del suo successo letterario. Dopo aver mancato di rispettare l’intimità di ciò che non deve essere divulgato senza consenso, tradisce Riu anche carnalmente con un’allieva, come a seguire una delle sue possibilità di uomo, agendo come se le sue azioni non riguardassero che lui e lui soltanto.

Ed è qui che il realismo magico di Maru Ayase appare in tutta la sua magnificenza: Riu, costernata dall’accaduto, mangia una ciotola di semi destinati al giardino e si trasforma in una folta vegetazione che dapprima prende possesso solo della camera da letto e poi si sposta fuori dalla finestra e cerca di allargarsi nell’intero quartiere.

E il marito come si comporta davanti a questo segno di protesta imprevisto?

Segue un trama che contrappone ciò che ci si aspetta dai ruoli dell’uomo e della donna e ciò che invece la modernità (e il buon senso) richiede a gran voce. Si sente forte lo stridìo di ingranaggi ormai arrugginiti che si affannano nel tentativo di salvare punti di vista non più condivisibili e ancor meno auspicabili. Si vedono nettamente i confini tracciati da chi ha il potere di parlare e l’impotenza di chi invece non ce l’ha. Un gioco pericoloso che può mettere a rischio l’identità di una persona.

“Non avere esperienza del mondo”, come diceva suo padre, ed essere una “signorina di buona famiglia”, come dicevano i ragazzi, a pensarci bene significavano la stessa cosa. Le donne che non conoscevano il mondo, che non conoscevano gli uomini, che non conoscevano le cose, e mostravano le loro debolezze in maniera chiara, venivano amate. «Diventa una donna da amare», il padre le aveva suggerito con molta semplicità quello che secondo lui era il tipo di vita più vantaggioso per lei.

Una società in evoluzione necessità dell’abbandono dei ruoli preconfezionati dai nostri avi. C’è bisogno di aprire gli occhi, di ribaltare i punti di vista stantii e privi ormai di un posizionamento efficace. Senza dimenticare che nuove rappresentazioni sono necessarie alla crescita e l’individuo deve potersi sentire accolto e protetto, in qualunque modo voglia essere, nel rispetto della vita e nella libertà di tutti. Ricordando che la diversità è ricchezza e dalla commistione di pluralità sanno nascere meraviglie. Ricordando che quando una sola persona non è libera, nessuno lo è davvero.

Perché non era riuscita a distinguere la crudeltà dalla bellezza?

Buona lettura

La foresta trabocca, di Maru Ayase.

Primo romanzo di questa scrittrice a entrare nel mercato europeo. Con più di diciotto romanzi all’attivo, Maru Ayase è stata finalista di numerosi premi letterari come il prestigioso Naoki Prize. I suoi mondi, intrisi di realismo magico, trasportano la società e i suoi ingranaggi su corsie al di là del sogno.

Tradotto in italiano da Ozumi Asuka.

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Alessandra Marrucci

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