Le donne di Bridgerton: indipendenza e libertà nonostante l’etichetta

E’ la serie tv del momento. La terza stagione era attesa da milioni di persone in trepidazione (me compresa). Bridgerton prometteva di diventare, sin dalla prima stagione, un grande successo mondiale e così è stato. Ambientato in epoca Regency, Bridgerton si è subito fatto notare per qualche scelta audace. La produttrice Shonda Rhimes ha deciso di introdurre un tocco di inclusività, grazie a personaggi di colore nei panni di uomini e donne dell’alta società britannica. L’autrice dei libri a cui si ispira la serie tv, Julia Quinn, ha creato una famiglia di otto fratelli e sorelle che cercano quel tipo di amore che hanno visto nei genitori.

Ed è proprio sulle sorelle e sulle donne della serie che vorrei soffermarmi. Consideriamo le lezioni che vengono impartite alle giovani nobili dell’epoca e mettiamole in contrasto con la libertà e l’indipendenza che loro cercano di guadagnarsi. Qual era all’epoca l’unico vero modo per una donna di ottenere la libertà? Sposandosi, ovviamente. Attenzione agli SPOILERS!

Daphne Bridgerton e Simon Basset, duca di Hastings.

Daphne Bridgerton, la sorella maggiore, a cui è dedicato il primo volume della serie di libri, è sicuramente la donna meno ribelle. E’ una ragazza che segue le regole, ma che allo stesso tempo, vorrebbe vivere queste regole a modo suo. Pur sapendo che la maggior parte dei matrimoni sono contratti stipulati per convenienza, Daphne cerca prima di tutto l’amore. Vorrebbe l’amore che ha visto fra i suoi genitori, ma comprende anche che, se necessario, dovrà farne a meno. Fortunatamente non sarà costretta ad accontentarsi e seppur con qualche alto e basso, troverà nel Duca di Hastings il compagno che fa per lei. Daphne è tradizionalista, ma è soprattutto una persona molto empatica. Riesce a risolvere le sorti di una ragazza rimasta incinta fuori dal matrimonio, capendola prima di tutto e a differenza degli altri, aiutandola a trovare la soluzione migliore.

Claudia Jessie nei panni di Eloise Bridgerton.

La seconda sorella, Eloise Bridgerton, rappresenta l’outsider, il personaggio femminile più dolcemente anti convenzionale. A differenza dell’eterea Daphne, incoronata come il diamante della stagione da sua maestà la Regina, Eloise è ingenua, completamente estranea alle dinamiche sociali e più desiderosa di stare in biblioteca che di andare ad una festa. E’ dotata di una mente critica, allenata dalla lettura e dallo studio. Attraverso le pagine dei libri che l’accompagnano costantemente ha nutrito la sua intelligenza, che ambisce a nuove prospettive e ambizioni. 

Eloise non riesce proprio a piegarsi alle aspettative di una società che abbellisce le proprie figlie per una vetrina volta ad accaparrarsi il marito migliore. Mi ha emozionato la frase che riserva alla sorella maggiore: “Grazie per essere così perfetta, così non devo esserlo io”. Questa frase mi commuove come farà commuovere un pò tutte le figlie uniche o le sorelle maggiori che sanno quanto inconsciamente portino il fardello delle aspettative di tutti sulle spalle.

Penelope Featherington (Nicola Coughlan) nella terza stagione di Bridgerton.

Le ultime due sorelle Bridgerton sono ancora troppo giovani per avere il loro ingresso in società, ma ci sono altre figure femminili molto interessanti. Penelope Featherington, migliore amica di Eloise e protagonista femminile di questa nuova terza stagione, è una ragazza poco consona alle aspettative estetiche dell’epoca. Con i suoi capelli rossi ed un fisico morbido, la ragazza sembra destinata a non avere un futuro e a rimanere sostanzialmente invisibile. Ma, ancora una volta, la luce e il riscatto arrivano attraverso le parole e l’utilizzo dell’intelletto. La giovane Penelope non riesce a svelarsi con il proprio nome ma solo attraverso lo pseudonimo di Lady Whistledown, voce narrante della serie e, soprattutto, l’ironica e impietosa critica della buona società londinese. Eppure, anche per una ragazza che attira pochi sguardi come Penelope, c’è la prospettiva di un amore che pone le basi su una precedente amicizia con il terzo fratello Bridgerton, Colin.

Edwina Sharma (Charithra Chandran) e Kate Sharma (Simone Ashley).

Le sorelle Sharma, Kate ed Edwina, sono al centro degli scandali e dei pettegolezzi della seconda stagione. La loro madre, Mary Sharma, aveva scelto per marito un uomo che amava, ma senza alcun titolo nobiliare, cosa che l’ha portata ad allontanarsi dalla buona società inglese. Ora tocca a Edwina, unica figlia naturale di Mary, cercare di fare un buon matrimonio. Edwina, giovane ed inesperta, rappresenta ancora la fragilità e le illusioni di un’età non toccata dalle delusioni. Facilmente manovrabile e impressionabile dal racconto di sogni romantici, con il procedere della vicenda inizia a comprendere la realtà. E questa comprensione arriva nel modo più doloroso possibile: vedendo l’attrazione che esiste tra Kate e Anthony Bridgerton, uomo che le si era proposto in matrimonio, ma che è evidentemente preso da sua sorella. Così Edwina si evolve e sente l’esigenza di prendere le proprie decisioni in modo autonomo.

Kate Sharma è forse, insieme a Eloise, il mio personaggio preferito. Dopo aver dichiarato con fermezza di non cercare marito, Kate si mostra come una donna autonoma e fortemente indipendente. Fin dal primo momento in cui viene sorpresa da Anthony durante una corsa a cavallo senza chaperon, si comprende perfettamente come sia destinata ad assumere un ruolo di rilievo che parla di modernità ed uguaglianza. Non stupisce, dunque, di trovarsi di fronte ad una donna in grado di vestire alla perfezione le proprie convinzioni soprattutto davanti ad un mondo maschile. Una donna incredibilmente contemporanea che con la grazia del suo aspetto e la forza d’animo che la contraddistingue, è pronta a pagare il conto che la società le consegnerà. Infatti, oggi come allora, essere una donna intelligente e libera prevede ancora un costo.

Lady Portia Featherington, madre di Penelope.

Di diverso stampo sono le madri della serie tv, che si adoperano per aiutare i figli in ogni modo. Sia Lady Featherington che Lady Bridgerton sono preoccupate di dare alle loro figlie un avvenire sicuro, di procurare loro un matrimonio rispettabile e un marito che garantisca loro l’agio adeguato alla loro condizione. Mentre la prima mi ricorda per certi aspetti Mrs. Bennet di Orgoglio e Pregiudizio, che nel perseguire il suo scopo è a volte quasi inopportuna, la seconda è sicuramente più amorevole ed attenta anche alle esigenze dei figli, maschi e femmine. Tuttavia è altrettanto conscia del fatto che sposarsi e sposarsi bene, sia l’unica prospettiva per assicurare un avvenire sereno ad una ragazza.

Lady Danbury e Lady Violet Bridgerton.

Ancora diversa è l’intelligente e risoluta Lady Danbury. I suoi figli non compaiono mai nella serie, ma la vediamo in veste di “madre/madrina” del Duca di Hastings nella prima stagione. Lei lo ha curato sin dall’infanzia dopo la morte della duchessa. Lo ha educato, protetto dal padre tirannico e aiutato a superare le sue difficoltà, come la balbuzie. È una donna emancipata, forte e libera ed è tra le migliori amiche della Regina Charlotte. La Regina Charlotte è sicuramente una persona complessa, ironica ed egocentrica. E’ una manipolatrice, ma è anche magnanima. A dispetto della sua aura imperturbabile, anche lei deve fronteggiare alcune problematiche ed è proprio in questo frangente che la vedremo più umana e fragile.

Madame Delacroix e Siena Rosso.

Voglio dedicare l’ultimo paragrafo a due donne che non fanno parte del “bel mondo”, ma che a differenza delle ricche debuttanti, devono guadagnarsi da vivere da sole. La prima è Madame Delacroix, la modista delle persone dell’alta società. In quanto sarta, conosce tutti e ascolta i pettegolezzi, che sa tenere per sé o usare a sua discrezione. E’ una donna che si è fatta da sola esattamente come la cantante lirica Siena Rosso. Siena, anche se innamorata di Anthony Bridgerton, sa bene come funziona il mondo. Ha capito che quell’amore non la salverà, al contrario, potrebbe gettarla in un mare di disperazione. È troppo intelligente per combattere una battaglia che sa già di aver perso in partenza. Dimostra due doti molto importanti: la consapevolezza di quanto sia importante essere indipendenti e la capacità di uscire da un rapporto per lei umiliante, nonostante l’attrazione. Scegliendo la propria dignità.

Tutti i personaggi femminili citati, sebbene molto diversi, hanno una cosa in comune: sono donne. Donne in una società in cui esserlo ti lascia poco o nulla, specialmente se non sei fortunata. Ma se nelle sale da ballo devono attenersi all’etichetta e risultare impeccabili in tutto, lontano dagli sguardi indagatori di mamme, fratelli, padri e mariti possono lasciarsi un po’ andare. Lo fanno nel club per donne sposate di Lady Danbury, dove abbandonano il protocollo a favore di giochi di carte e alcolici, come fosse un circolo maschile.

E’ un’emancipazione che passa necessariamente per la libertà d’espressione, sia quella verbale, rappresentata da Lady Whistledown, che quella sessuale di Daphne e di molte altre. La parola e il sesso si configurano come strumenti di autodeterminazione, per prendere coscienza di sé e del proprio potere, non solo sugli uomini ma nel mondo. Guardate questa serie con attenzione anche nelle prossime stagioni e cercate di individuare dove sta la libertà: forse tra un ballo e una riverenza, potremo vedere anche l’indipendenza.

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Selenia Romani

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