Pornocrazia

Parte seconda

Se non hai ancora letto la prima parte recuperala qui, è fondamentale per comprendere il fenomeno della pornografia in modo più completo.

Quando si introduce la sessualità all’interno del lavoro succede una cosa molto curiosa: vengono sottolineati quelli che, in tono serio, sono i rischi del mestiere. Con questa definizione si comprendono tutte quelle cose che, socialmente, sono considerate normale conseguenza dello svolgere un determinato tipo di lavoro. I rischi del mestiere della performer di contenuti pornografici sono violenze, stupri, malattie sessualmente trasmissibili, HIV, sesso con non professionisti (persone comuni, fan), abusi.

Quindi il lavoro che ha un qualche tipo di legame con la sessualità sembra prevedere, quasi normativamente, il subire abusi oppure, come successe a Cameron Bay ed altre performer, girare con attori non professionisti e non testati. L’idea di scopare la tua pornostar preferita funziona sempre molto.

Cameron Bay fermò l’industria del porno per sei giorni a causa della sua positività all’HIV. Altissimo è il tasso di contrazione di malattie sessualmente trasmissibili, almeno una performer su quattro ha contratto la gonorrea o la clamidia. Dato l’inutilizzo di precauzioni quali i preservativi e test (fatti solo ogni due settimane e lasciando fuori gola e ano) il rischio si alza. Ciò che dilaga è una sorta di odio per il preservativo e conseguenti pressioni psicologiche su chi invece vorrebbe e dovrebbe utilizzarlo.

Sto descrivendo un mondo di coercizioni, di violenze, di rischi e anche di una forte pericolosità sul piano affettivo. Non sono novità, eppure Pornhub negli anni è rimasto un colosso.

Come funziona la monetizzazione di piattaforme come Pornhub?

“Ma io mica pago per guardarmi il porno!”

Il moderno modello economico ha reso la scena di sesso uno spot. Il filmato porno è diventato un prodotto civetta (che non necessita quindi di grandi investimenti) per spingere le persone sulle piattaforme a pagamento.

Mindgeek, l’azienda colosso madre di Pornhub, realizzò un sistema di concorrenza interna. Sulla base dei dati che tracciano le fantasie sessuali (le ricerche) di milioni di utenti, ordina poi agli studi di produzione di realizzare i contenuti specifici per gli abbonati. Le scene di sesso sono degli spot, dei prodotti da vetrina per invogliare l’acquisto.

Le entrate provengono dai seguenti:

abbonamenti Premium: sono le entrate costanti, pensate soprattutto su base mensile

annunci pubblicitari tramite modello pay per click: strategia di pubblicità online per mezzo della quale gli inserzionisti pagano una commissione ogni volta che un utente clicca su uno dei loro annunci. Questo modello è utilizzato per generare traffico verso siti web ed aumentarne la visibilità

programma di affiliazione e contenuti creati dagli stessi utenti

vendita di contenuti a pagamento tramite modello pay per view: permette agli utenti di acquistare e visualizzare singoli contenuti senza la necessità di un abbonamento

partnerships e sponsorizzazioni

merchandising

donazioni e supporto da parte degli utenti

Le pubblicità sono targettizzate, cioè personalizzate sulla base degli interessi di ricerca degli utenti, determinati quindi dai suoi dati di navigazione e dalle preferenze di ricerca. Il porno “gratuito” è sempre finanziato dalla pubblicità. Si dividono in: CPM (cost per mile) e CPC (cost per click), oppure annunci video pre roll.

Calcoliamo il tutto sulla base di milioni di visitatori giornalieri e terabyte di video cercati e caricati quotidianamente. Un terabyte corrisponde tra 125-250 film in alta definizione. Nel 2019 si caricavano fino 18.079 terabyte di dati al giorno.

La crisi del mercato pornografico

After a 15-year-old girl went missing in Florida, her mother found her on Pornhub — in 58 sex videos. Sexual assaults on a 14-year-old California girl were posted on Pornhub and were reported to the authorities not by the company but by a classmate who saw the videos. In each case, offenders were arrested for the assaults, but Pornhub escaped responsibility for sharing the videos and profiting from them.

The Children of Pornhub

Nel 2020 Nicholas Kristof, giornalista, esce sul New York Times con un’inchiesta potente e pesante. La denuncia, nei confronti colosso di Pornhub (controllato ai tempi da Mindgeek, ora da Aylo), di permettere il caricamento e la diffusione di materiale pedopornografico e di abusi. Kristof porta le testimonianze di ragazzine minorenni finite sul sito porno. Quei video e foto non spariranno mai visto che è presente la possibilità di fare il download, per cui anche se la piattaforma li elimina, qualcuno può sempre ricaricarli. Oltre ad essere video che ritraggono abusi e violenze.

L’inchiesta punta sicuramente su un aspetto pericoloso della pornografi cioè quello pedopornografico. Ma ricordiamo che ci sono molte altre cose che non vanno bene, questa inchiesta porta sicuramente alla luce un tema molto delicato, cioè quello degli abusi e sfruttamento di minorenni.

Stravolge a tal punto che Visa e Mastercard bloccheranno e in seguito limiteranno ai loro clienti di poter acquistare i contenuti di Pornhub finché l’azienda non si fosse impegnata a rispettare legalità e sicurezza. Successivamente hanno implementato politiche più severe per garantire la legalità e la sicurezza dei contenuti. Il risultato? Quasi dieci milioni di scene ritirate nelle quali consenso ed età non erano stati verificati e la piattaforma che si dice delusa da parte di Visa e Mastercard. Ma per queste ragazze Pornhub resta lo stupratore.

Da 13 milioni di video ne restano 4. Eppure in quell’anno Mindgeek registrò uno dei fatturati più alti di quegli ultimi anni: 482 milioni di dollari.

Il circuito della dipendenza

Il nostro cervello rilascia una sostanza chiamata dopamina, che è il neurotrasmettitore legato al piacere ed alla motivazione. E’ quello della ricompensa, della felicità. Ciò che fa è andare a rinforzare il comportamento, spinge a ripeterlo.

Man mano che si spinge sul rilascio di dopamina si arriva ad un livello di tolleranza che poi diventa escalation: i recettori di essa si riducono all’uso ripetuto e perciò si renderà necessario vedere contenuti sempre più intensi e/o specifici per provare lo stesso effetto. Aumentano il tipo e la quantità di pornografia.

E’ un po’ come il gioco d’azzardo, non ne posso verificare effetti fisici come con alcol e droghe. Tutto ciò porta alla compulsività e alla perdita di controllo. Arriva ad interferire con la vita, il lavoro, le relazioni. E come altre dipendenze si verificano sintomi di astinenza emotiva: ansia, irritabilità, depressione, insonnia. La corteccia prefrontale, il cui compito è quello di controllare gli impulsi e le scelte razionali, è meno attiva.

Ma perchè dovrebbe essere più insidiosa di altre dipendenze?

  • è sempre disponibile, senza limiti 24/7
  • non necessita di interazioni sociali
  • propone novità continue (effetto novelty) stimolando la dopamina sempre di più
  • sfrutta l’istinto sessuale
  • propone un’eccitazione solo tramite certi stimoli (molto diversi dalla realtà)
  • c’è ancora molta negazione culturale a riguardo

Siamo pronti a parlare seriamente di pornografia?

Sdoganare la pornografia ha messo in crisi un intero sistema morale. Lo stesso movimento femminista ritrova in sé fazioni con visioni opposte alla concezione di espressione della sessualità attraverso la pornografia. La stessa comunicazione tra adult? e ragazz? è ancora trascurata. Così i giovani si mettono nelle mani dell’unico strumento che usano e conoscono.

Questo mercato ha ridefinito l’idea di sessualità e questo spaventa. Ci sono però ancora molti casi nei quali la figura femminile viene ostracizzata. Una attrice pornografica non può, per concezione stessa del lavoro che fa, essere violentata. Un po’ come la prostituta, nel momento in cui ci sono i soldi di mezzo allora si ritiene di poterr fare di tutto.

E qui subentra l’affare del french bukakke. TW: VIOLENZE.

Pascal Ollitrault era proprietario e capo del sito francese Bukakke. Questo termine fa riferimento ad una pratica specifica in cui una donna viene sottoposta ad eiaculazioni in faccia da più uomini. E’ una pratica di sesso di gruppo proveniente dal Giappone.

Lui e altri personaggi avevano creato un sistema ad hoc per adescare donne di uno specifico target (sole, povere, con un passato familiare difficile) attraverso il profilo di una escort di lusso Axelle. Questa finta donna proponeva loro di entrare nel mondo dello prostituzione d’alto bordo. Dietro il profilo di Axelle c’è un uomo che fissa con queste donne un incontro con un cliente facoltoso che è lui stesso. Si consuma un rapporto sessuale in cui non vengono pagate. Umiliate, ecco che Axelle torna da loro con una nuova proposta: realizzare dei contenuti pornografici destinati al Canada.

Questo sistema ha portato allo stupro aggravato di decine di donne durante le riprese per la piattaforma French Bukakke (le donne furono sottoposte ed obbligate a rapporti violenti e abusi). I contenuti ottenuti da questi atti coercitivi (centinaia) vennero poi resi disponibili ovunque. Si parla di stupro di gruppo e traffico di esseri umani con aggravanti di sessismo e razzismo. Il caso, cominciato nel 2020, è ancora in corso.

Questo caso non rappresenta solo l’apice di un mercato senza norme ne limiti, ma anche di una cultura e società basate sulla prevaricazione di potere maschile. La concezione pornografica delle relazioni con il femminile è descritta in un modo ben preciso: quello della violenza.

Si finisce sempre per ammonire le vittime, per ricordare loro che devono avere “occhi aperti e testa sulle spalle” come ci riportò Giorgia Meloni parlando di cosa le diceva la madre. Quello che ogni madre del mondo dice allo sfinimento alle proprie figlie. Questo ci ricorda che lo sfruttamento non esiste solo in ambito pornografico, ma lo ritroviamo in qualsiasi lavoro che prevede la presenza di gerarchie di potere.

Ridefinire la sessualità ci spaventa, smuove delle basi millenarie, è normale che non sappiamo come affrontarla. Eppure penso che la chiave sia sempre una corretta educazione sessuale e affettiva ed una comunicazione sul piacere. Un’educazione che superi i ruoli di genere che finora hanno permesso ad una fetta di popolazione, quella maschile, di possedere pieno potere.

Immagine di Erica Nunziata

Erica Nunziata

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