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Ode a Patrizia Cavalli, la poeta che (non) ha cambiato il mondo

Vita meravigliosa/ sempre mi meravigli/che pure senza figli/ mi resti ancora sposa

Vita meravigliosa è il componimento che dà il nome all’ultima raccolta poetica del 2020 di Patrizia Cavalli, poeta italiana contemporanea e mi sembra il più adatto oggi per ricordare la sua vita e la sua poesia ad un anno esatto dalla sua morte, avvenuta il 21 giugno 2022.

Cos’era la vita per Patrizia Cavalli e cosa per lei la scrittura? Forse si può tentare di rispondere a questo interrogativo più semplicemente dicendo che le due cose per lei coincidevano perfettamente. La sua vita era la scrittura e la scrittura era per lei vita, quella poetica in particolare, forma a lei più congeniale.

Vicende biografiche

Nata a Todi, nel 1968 si trasferì a Roma a dove visse per gran parte della sua vita e a cui dedicò molte poesie. Durante gli studi di filosofia conobbe Elsa Morante. Fu proprio lei a battezzarla: «Patrizia, sei una poeta». Aveva trovato una delle più importanti voci poetiche del Novecento. Dalla sua frequentazione scaturì, nel 1974, la prima raccolta di poesie, a lei dedicate. Nel 1976 venne inserita da Biancamaria Frabotta nell’antologia Donne in poesia – Antologia della poesia femminile in Italia dal dopoguerra ad oggi, insieme ad autrici come Maria Luisa Spaziani, Vivian Lamarque, Amelia Rossellini, Anna Maria Ortese

Pubblicò per la Collezione di poesia di Einaudi alcune raccolte di successo: Le mie poesie non cambieranno il mondo (1974), Il cielo (1981), L’io singolare proprio mio (1992). Queste tre sillogi verranno riunite nel volume Poesie (1974-1992) (1992). Pubblica, sempre con Einaudi, Datura (2013) e Vita meravigliosa (2020).

La sua unica prova narrativa fu la raccolta di prose Con passi giapponesi del 2019 che vinse il Premio Campiello- selezione Giuria dei Letterati l’anno dopo.

Vivere, conoscere, scrivere

Festeggiamo la vita/ consoliamo la morte/ o magari il contrario/ finché viviamo

La vita dei versi di Patrizia Cavalli è soprattutto quella quotidiana. Non mancano però anche riferimenti metapoetici o addirittura a astrologici. Certa dell’impossibilità di cambiare il mondo, affida alla poesia il compito di conoscerlo nei suoi dettagli. La smania costante di conoscenza passa per versi brevi, ma sempre densi e precisi, talvolta musicali.

L’oggetto di principale interesse delle sue poesie è sicuramente il mondo interiore delle emozioni. Cavalli si interroga costantemente sull’origine di sentimenti e pensieri. Scandagliando le frontiere della coscienza (e anche dell’incoscienza), con grande franchezza muta in poesia quello che vede e che sente.

Pensiero che non sente

non pensa veramente.

Solo un forte sentire

lo costringe a capire

la necessaria verità presente

Il suo sguardo chirurgico è introspettivo e allo stesso tempo universalizzante, tanto che ad ogni poesia sembra di uscire da una seduta di terapia. Mentre infatti guarda dentro sé stessa, chi legge i suoi componimenti può facilmente incappare nella sensazione di sentirsi letto/a dentro.

Cosa non devo fare

per togliermi di torno

la mia nemica mente:

ostilità perenne

alla felice colpa di esser quel che sono,

il mio felice niente

Felicità e tristezza sicuramente le emozioni più scandagliate, assieme alla sensazione di nostalgia, una costante della sua produzione poetica. Prestare attenzione a questi sentimenti e dare loro sfogo con la fantasia delle parole serve per non farsi sopraffare dalla confusione. Così la scrittura diventa fonte di salvezza.

«Ma per favore con leggerezzaraccontami ogni cosaanche la tua tristezza».

L’io in qualche modo è sempre al centro, sia nella veste fisica del corpo che in quella immateriale dell’anima. Anima che però acquisisce materialità proprio tramite la potenza della parola stampata. L’io infatti per Patrizia Cavalli è anche linguaggio. La scrittura è ciò che sta all’inizio di un mondo nuovo, è un’emanazione ulteriore dell’io che lì sfoga la potenzialità che la dimensione materiale limita. Si prenda questo esempio dalla raccolta Le mie poesie non cambieranno il mondo:

Nel giardino appena inumidito
un sedile appena sbilanciato
una furia appena addormentata
.

Tenebroso con la giacca
(sarà un mantello, una coperta,
una piega di minaccia?)

Scale per discendere. E se invece
prendessi un’altra strada,
se invece di ricopiare il percorso
inventassi una capriola?

Alla fontana mi rinfrescai
la bocca, la fronte e i polsi
e fresca fresca cominciai una frase.

Cambiare il mondo grazie a una “poesia al femminile”

Molte poesie mostrano un giudizio molto severo di Cavalli verso sé stessa e del cui peso si vuole liberare. Tale giudizio rappresenta un’ossessione che spesso può rovinare la vita ed è, secondo me, un fatto soprattutto sociale. E di genere. Non bisogna dimenticare che Patrizia Cavalli è una donna prima che una poeta. Le donne sono storicamente e socialmente più propense ad avere un giudizio duro e spesso ingiusto verso sé stesse, perché sono indirettamente educate a coltivarlo fin da bambine. In un componimento di Vita meravigliosa proprio la speranza di riuscire a perdonare sé stesse:

Se posso perdonare, allora devo
riuscire a perdonare anche me stessa
e smetterla di starmi a giudicare

per come sono o come dovrei essere.
Qui non si tratta di consapevolezza
ma è la superbia che mi tiene stretta

in una stolta morsa che mi danna.
Eccomi infatti qui dannata a chiedermi
che cosa fare per essere perfetta.


Tenersi all’apparenza, forse descrivere
soltanto cose in mutua tenerezza.

Questo apre tutta una riflessione sulla poesia che parla alle donne per la loro particolare condizione storica e sociale. Si può immaginare uno spazio peculiare destinato alla poesia femminile?

Per Patrizia Cavalli esisteva la poesia, non si era mai sentita particolarmente vicina al binomio donne-poesia. Nel 1986 dichiarava: «Questo rapporto mi è sempre stato estraneo proprio perché io credo che la condanna peggiore che possa capitare ad un gruppo sia di occuparsi della propria differenza. La mia tendenza è di prendere in considerazione non tanto quello che viene individuato come limite ma di rivolgermi a ciò che può aiutarmi a costruire piccole isole di significato. Anche se capisco che, forse, la mia vita è determinata da alcuni di questi problemi molto più di quanto lo non creda».

Trattare la poesia al femminile come un genere a sé stante e separato rispetto alla poesia in generale è certamente limitante per le donne. Come se si desse per scontato che anche la poesia sia un fatto da uomini e l’etichetta “al femminile” serva a ghettizzare la produzione delle donne in un sotto-genere.

Vero è però che ci sono delle tematiche esistenziali, derivanti dall’essere donne in un mondo patriarcale, che sono peculiari delle personalità femminili, perché sono vissute da loro in prima persona. Spesso molte poesie di Cavalli sono quindi anche l’esito del suo destino sociale. Da Datura:

Cosí schiava. Che roba!
Cosí barbaramente schiava. E dai!
Cosí ridicolmente schiava. Ma insomma!
Che cosa sono io?
Meccanica, legata, ubbidiente,
in schiavitú biologica e credente. Basta,
scivolo nel sonno, qui comincia
il mio libero arbitrio, qui tocca a me
decidere che cosa mi accadrà,
come sarò, quali parole dire
nel sogno che mi assegno

E da Le mie poesie non cambieranno il mondo:

Non ho seme da spargere per il mondo
non posso inondare i pisciatoi né
i materassi. Il mio avaro seme di donna
è troppo poco per offendere. Cosa posso
lasciare nelle strade nelle case
nei ventri infecondati? Le parole
quelle moltissime
ma già non mi assomigliano più
hanno dimenticato la furia
e la maledizione, sono diventate signorine
un po’ malfamate forse
ma sempre signorine.

Indirettamente quindi Cavalli non denuncia, ma constata. Riporta nelle sue poesie quello che da donna non può evitare di sentire e di vivere. Parlando di sé parla a nome di tutte le donne. Le sue difficoltà e le sue prerogative sono anche le nostre.

Le sue poesie forse non cambieranno il mondo, come diceva nella sua prima raccolta, ma hanno aiutato una parte di esso a sentirsi più capito e rappresentato. Quindi sì, in realtà, l’hanno già cambiato.

Fonti

Ormai è sicuro, il mondo non esiste. La poesia di Patrizia Cavalli. 1974-1992, Rosalia Gambatesa, 2020

Lo spazio delle donne, Daniela Brogi, 2020

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Alessia Merra

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