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“SCRIVIMI QUANDO ARRIVI A CASA”

Non mi ricordo esattamente quale sia stata la prima volta in cui qualcuno mi ha detto “scrivimi quando arrivi a casa”. Mi ricordo però quante volte l’ho detto io. Mi ricordo anche quella volta in cui la mia amica si scordò di scrivermi e non mi rispose quando le chiesi se fosse ben rientrata. Io la chiamai e lei non mi rispose. Si era addormentata, ma io non riuscii a dormire finché lei non mi rispose qualche ora più tardi. Quella volta me la ricordo bene. Mi ricordo che scrissi ad altre amiche che erano con noi, chiedendogli se loro la avessero sentita. La mia amica abita da sola ed io, insieme alle altre ragazze, ero terrorizzata che quella sera potesse non essere arrivata a casa sana e salva.

C’era un solo motivo per cui Bianca avrebbe potuto non aver raggiunto la sua abitazione quella sera: un’aggressione. Io ero terrorizzata all’idea. L’ultima cosa che avrei detto a Bianca sarebbe stata probabilmente “ci sentiamo in questi giorni, buonanotte”, due bacini ed un abbraccio. Per fortuna Bianca si era solo addormentata ed era arrivata a casa sana e salva, ma purtroppo non tutte le storie finiscono bene.

Non riesco veramente ad immaginare il dolore che avrei potuto provare se quella sera fosse andata a finire diversamente. Bianca che non risponde più a nessuno, la denuncia della scomparsa alle autorità ed il ritrovamento del corpo. Purtroppo non è pessimista pensare subito al femminicidio, purtroppo è realistico e tutti i femminicidi avvenuti finora ce lo ricordano. A causa degli abusi da parte del genere maschile, che quotidianamente viviamo, i fattori scatenanti una violenza fisica o addirittura il femminicidio sono moltissimi. Pensiamo per esempio a tutte quelle volte in cui una ragazza, dopo aver rifiutato un ragazzo, si ritrova a dover subire offese verbali, ma molto spesso anche molestie o aggressioni fisiche.

Alla maggior parte delle donne è capitato almeno una volta di sentirsi in pericolo a causa di un ragazzo o di un uomo, raramente invece può successa una situazione a parti invertite. Gli uomini sanno di far paura alle donne a causa di questa società patriarcale e nonostante questo non evitano commenti o fischi. Queste manifestazioni sono atti di violenza, perché sono imposti e soprattutto perché avvengono, molto spesso, in situazioni che possono creare imbarazzo alle donne o dove queste ultime si trovano evidentemente in una situazione di svantaggio, perché per esempio impossibilitate a rispondere alla macchina che se ne va. Un uomo che ti segue per strada, ti fa paura. Molto spesso infatti anche gli uomini stessi, ci chiedono se siamo arrivate a casa dopo che ci siamo salutati. Questa situazione impari è sotto gli occhi di tutti, anche di quelli che negano di vivere in una società patriarcale.

Parlandoci chiaramente, le probabilità che sulla via di ritorno a casa una ragazza possa essere disturbata, sono maggiori rispetto alle possibilità che la metro bruci o che si venga coinvolti in un grave incidente. Per questo motivo si chiede se si è ben rientrate a casa, perché se sulla strada incontri un ragazzo che ti fischia o che ti segue, il tragitto non è stato piacevole, anche se alla fine a casa ci sei arrivata. La questione è infatti più ampia: non si deve considerare che la ragazza o la donna in questione siano fisicamente salve, ma si deve anche considerare la paura che esse hanno provato in quel momento.

Se sulla via di casa, si subisce un tamponamento, non è piacevole, si può essere preoccupati che la macchina sia danneggiata, ma quando ci accorgiamo che tutto sommato è andata bene, ci rilassiamo, razionalizziamo e tra qualche mese non ci ricorderemo neanche più del piccolo incidente. Se invece una donna che rientra a casa, prova la paura di quando viene fisicamente aggredita o verbalmente molestata da un uomo, non si scorderà facilmente di questo evento. Questa aggressione semplicemente si sommerà alle altre centinaia subite fino a quel momento, alle mani addosso sul bus, in discoteca o perfino in sala operatoria quando sei sterile e non ti puoi muovere.

Tante piccole e grandi occasioni di molestia che ti faranno avere paura del ragazzo che hai appena conosciuto. La tua esperienza purtroppo ti ha insegnato che è più probabile incontrare un ragazzo o un uomo maschilista e perfetto figlio del patriarcato, rispetto ad un uomo che non sa neanche a cosa assomigli la molestia, perché non l’ha mai contemplata come scelta comportamentale e che è stato educato nel massimo rispetto delle donne.

“Scrivimi quando arrivi a casa” penso che sia una delle frasi più belle e sincere che un uomo può dire ad una donna. È infatti impossibile e sbagliato pensare di dover sempre riaccompagnare una ragazza a casa, perché in questo modo non ci si sentirà libere di tornare a casa come e quando vogliamo. Con questa frase però si fa capire allo stesso tempo, che puoi chiamare quel ragazzo o quell’amica, se c’è qualcuno che ti disturba durante il ritorno.

Quello che forse non è chiaro agli uomini che si sentono “ingiuste vittime” della forte e necessaria mobilitazione che si è creata in queste ultime settimane è che il non aver mai picchiato o ucciso una donna, non è sufficiente per essere dei buoni padri, mariti, fratelli o amici. La questione centrale di tutta questa mobilitazione è che gli uomini non devono più giustificare il femminicidio come un raptus, non devono più lasciar passare il catcalling perché lo ritengono innocuo, ma devono assolutamente mettersi al fianco delle donne per lottare contro la violenza, gli abusi e le molestie a carico del genere femminile. Purtroppo fino ad oggi non si può dire che la maggioranza degli uomini sia dalla parte delle donne, nonostante ci siano individui di genere maschile che sostengono fortemente la causa femminista.

Il patriarcato è un meccanismo malsano che nuoce alle donne, ma anche agli uomini che, a causa dell’educazione a scuola, a casa e nella vita di tutti i giorni, si sentono deboli a dire all’amico “smettila di scriverle, ti ha lasciato e ti ha detto che non vuole sentirti, stai esagerando”.

Io spero veramente che tanti più uomini inizino a dire alle donne “scrivimi quando arrivi a casa”, di modo tale che queste ultime percepiscano l’appoggio maschile e non si sentano più stupide se si sono impaurite per un ragazzo che le ha impropriamente approcciate sulla via di casa. Esagerando con la semplificazione, questa frase di cinque parole, ci fa capire che non abbiamo scelto l’outfit sbagliato o la strada sbagliata per tornare a casa ma che l’errore è del singolo ed anche gli uomini lo hanno capito e lottano al nostro fianco per uscire da questa società malata a cui siamo troppo abituati.

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Lavinia Pascariello

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