Cerca
Close this search box.

La dottoressa D’Alonzo per Viole Di Marzo

Abbiamo chiesto alla dottoressa Iolanda D’Alonzo, medica specializzanda in Ginecologia ed Ostetricia presso l’Università degli studi G. D’Annunzio Chieti-Pescara, di rispondere ad alcune delle domande più frequenti nella nostra community. La dott.ssa D’Alonzo, quotidianamente impegnata nella tutela della salute della donna e delle persone afab in tutte le fasi della vita, è una sostenitrice entusiasta del nostro progetto Viole Di Marzo ed è stata felice di prendere parte a questa collaborazione.

Dott.ssa Iolanda D’Alonzo

Vaginite e vaginosi. Quali differenze e perché spesso sono ricorrenti?

Vaginite e vaginosi sono delle patologie del tratto urogenitale molto comuni: gli studi indicano che circa il 70% delle donne ne soffre almeno una volta nella vita.

Per vaginite si intende un’infiammazione acuta o cronica della vagina e a volte della vulva (vulvovaginte), che provoca una sintomatologia caratterizzata da alterazione della qualità, odore e aspetto delle secrezioni vaginali, prurito, bruciore o dolore anche durante i rapporti sessuali. Le infiammazioni possono essere causate da infezioni di microrganismi come funghi (soprattuto la Candida, che provoca perdite bianche e dense tipo “ricotta”), batteri ( specie Gardnerella vaginalis ), Protozoi (Trichomonas vaginalis), più raramente virus (Herpes simplex virus ), ma anche da fenomeni fisici (termici o meccanici come corpi estranei) che irritano la mucosa.

La vaginosi invece è innanzitutto una disbiosi della vagina, quindi un’iniziale alterazione della composizione e della quantità di flora batterica normalmente residente all’interno del canale vaginale. L’infezione, la cosiddetta vaginosi batterica, è favorita proprio da questa alterazione dell’equilibrio della microflora vaginale che permette la crescita di microrganismi anaerobi (come Gardnerella Vaginalis) in un ambiente impoverito della flora vaginale “buona” (lattobacilli) con produzione di ammine responsabili del “cattivo” odore e innalzamento del pH. Quando l’alcalinità vaginale aumenta dopo i rapporti sessuali e durante le mestruazioni l’odore peggiora notevolmente.

È fondamentale rivolgersi allə specialistə che, dopo un’accurata valutazione, potrà prescrivere la terapia più adatta. Di norma nelle vaginosi vengono utilizzati antibiotici specifici efficaci sul microrganismo responsabile, nelle vaginiti da candida vengono prescritti specifici antifunginei. Più in generale si utilizzano prodotti con azione antinfiammatoria e antibatterica a base di clorexidina, acido ialuronico, aloe vera e calendula.

La maggior parte delle ricadute della vaginosi batterica si verificano entro il primo anno e sono fortemente correlate con i nuovi partner sessuali. I tassi di recidiva segnalati variano dal 15 al 30% entro tre mesi. Abbinare l’utilizzo di contraccezione di barriera (condom, oral dam ecc.) ad adeguata lubrificazione compatibile con il dispositivo utilizzato potrebbe dunque ridurre il tasso di ricaduta.

La prevenzione delle infezioni/infiammazioni vaginali non sessualmente trasmesse si attua con uno stile di vita corretto: vediamo quali sono i comportamenti utili alla prevenzione.

Adeguata igiene intima: evitare le lavande vaginali interne e utilizzare la manovra di detersione dalla vagina verso l’ano (e non viceversa) per evitare il trasferimento di batteri. Non eccedere nel numero di lavaggi giornalieri e non utilizzare quantità eccessive di detergente che possono alterare i naturali meccanismi di difesa;

Sana alimentazione: riducendo il consumo di cibi a base di zuccheri semplici e preferendo una dieta ricca di fibre per favorire il transito intestinale;

Indossare correttamente la biancheria intima: evitare slip troppo aderenti e/o di tessuto sintetico poiché riducendo la traspirazione creiamo un ambiente favorevole alla proliferazione batterica. Al contrario, un tessuto naturale come il cotone assorbe il sudore evitando l’umidità e lasciando la pelle asciutta.

Evitare i rimedi fai-da-te: consigli da fonti non competenti o l’uso di farmaci consigliati da un’amica non sono la soluzione per tuttə, perché l’infezione potrebbe avere una causa diversa;

Rivolgersi allə specialista alla comparsa dei primi sintomi.

E le cistiti ricorrenti?

Per cistite si intende un’infezione generalmente batterica che interessa la parte bassa dell’apparato urinario, ovvero la vescica e l’uretra.

Può manifestarsi attraverso un forte bruciore, specie durante la minzione, sensazione di svuotamento incompleto della vescica e un bisogno continuo e urgente di urinare.

Le cause della cistite sono molteplici: l’anatomia femminile a causa della brevità dell’uretra con i suoi 3 cm rispetto ai 16 cm dell’uomo; rapporti sessuali; malattie sessualmente trasmesse; alterazioni del sistema immunitario (anche a seguito di terapie antibiotiche); uso di assorbenti interni; età (rischio significativamente aumentato dopo i 40 anni); ostruzione urinaria; diabete; uso di spermicidi; prolasso degli organi pelvici.

La cistite si definisce ricorrente quando si verificano due o più episodi di infezione delle vie urinarie sintomatica entro 6 mesi, o tre o più entro 12 mesi

Il trattamento prevede l’utilizzo di un antibiotico per le forme acute sintomatiche. È importante sottolineare che l’urinocoltura insieme all’antibiogramma consente di identificare lo specifico batterio responsabile e la sua antibiotico-sensibilità e resistenza. Ciò permette di impostare una terapia mirata. Tuttavia, nei casi di primo episodio di cistite non complicata in una donna in premenopausa, per la diagnosi può considerarsi sufficiente la presenza di elastasi leucocitaria e/o nitriti in una striscia reattiva (striscia positiva) per iniziare un trattamento “empirico” di breve durata.

Dopo il successo del trattamento dell’episodio acuto, le misure preventive sono importanti per ridurre la frequenza e la morbilità delle cistiti ricorrenti:

Integratori a base di mirtillo e soprattutto D-mannosio;

Bere almeno 2 litri di acqua al giorno; 

Accurata igiene intima: utilizzando la manovra di detersione dalla vagina verso l’ano;

Mantenere una regolare attività intestinale: seguire una dieta ricca di fibre;

Non ritardare la minzione: il ristagno di urine favorisce la proliferazione batterica.

Indossare correttamente la biancheria intima: evitare slip troppo aderenti e/o di tessuto sintetico.

Notiamo come la maggior parte delle raccomandazioni riguardanti lo stile di vita e la salute comportamentale siano le stesse sia nella prevenzione di vaginiti e vaginosi che in quella delle cistiti ricorrenti.

Quale metodo contraccettivo fa per me?

Sono disponibili tantissimi metodi contraccettivi e la scelta può essere difficile. Tre sono le considerazioni principali che sorgono comunemente nelle discussioni sui metodi contraccettivi: sicurezza e controindicazioni del metodo, tassi di fallimento e ritorno alla fertilità.

L’efficacia contraccettiva è determinata da una combinazione di efficacia del farmaco o del dispositivo, fertilità, frequenza dei rapporti e aderenza alla “terapia”.  Per un determinato metodo, il tasso di fallimento è la percentuale di utenti che hanno una gravidanza non intenzionale durante il primo anno di utilizzo. Il ritorno alla fertilità è relativamente rapido dopo la cessazione di quasi tutti i metodi ormonali e non ormonali.

La sicurezza del metodo, l’efficacia e il ritorno alla fertilità non sono le uniche considerazioni che influenzano la scelta dei contraccettivi. Preferenze personali come facilità e comfort con la modalità di utilizzo, effetti sull’esperienza sessuale, il desiderio di evitare la gravidanza, motivazioni religiose o spirituali, considerazioni mediche (come la possibile prevenzione dalle infezioni sessualmente trasmissibili, potenziali effetti collaterali o controindicazioni) e altri fattori come i costi, nonché la capacità di iniziare o interrompere l’uso senza bisogno di accedere all’assistenza sanitaria, hanno tutti un ruolo cruciale nella scelta.

Vediamo nel dettaglio quali sono i metodi disponibili, con l’obiettivo di informare e guidare in quella che è una scelta individuale da compiere con l’aiuto dellə specialista.

ASTINENZA

Evitare rapporti vaginali, anali e orali è l’unico metodo certo (percentuale di fallimento 0%) per prevenire la gravidanza e per avere protezione contro le principali malattie sessualmente trasmissibili.

METODI NATURALI

Consistono nel praticare l’astinenza o usare metodi contraccettivi solo nei giorni in cui la donna è fertile e non usare alcun metodo nei restanti giorni. Precisando che il fondamento teorico di tale metodo è giusto, ovvero che la donna può rimanere incinta nei giorni fertili (indicativamente 6-7 giorni prima e 1-2 giorni dopo l’ovulazione), è importante sapere che tale calcolo è estremamente difficile, impreciso e in buona parte imprevedibile portando ad una percentuale di fallimento del 25 % e ovviamente è un metodo che non protegge dalle patologie sessualmente trasmissibili.

METODI BARRIERA

Sono dispositivi che impediscono il passaggio degli spermatozoi nel canale cervicale. Devono essere indossati prima del rapporto e lasciati in vagina per almeno 6-8 ore dopo il rapporto. Sebbene non l’unico, il più utilizzato dei dispositivi femminili è il diaframma, una piccola coppetta in lattice, disponibile in varie taglie (è necessario scegliere quella giusta con l’aiuto dellə ginecologə). Va rimosso massimo 24 ore dopo il rapporto. La sua percentuale di fallimento è intorno al 15%.

Gli effetti collaterali di questi metodi sono: irritazioni (che possono causare lesioni aumentando il rischio di trasmissione di malattie sessualmente trasmissibili, compreso l’HIV), reazioni allergiche, infezioni delle vie urinarie e shock tossico se lasciato in sede troppo a lungo.

Preservativo femminile

Il preservativo femminile va indossato prima del rapporto (massimo 8 ore prima), sostituito per ciascun rapporto ed è consigliabile non utilizzarlo in contemporanea con il preservativo maschile (sia per eventuale discomfort di entrambi i partner sia perché l’uso combinato potrebbe causare attrito e aumentare il rischio di rottura o scivolamento di entrambi i preservativi durante il rapporto sessuale). La sua percentuale di fallimento è del 20%. Effetti collaterali più comuni sono le irritazioni e le reazioni allergiche.

Il preservativo maschile è disponibile in lattice e altri materiali anallergici. Per garantirne l’efficacia è fondamentale la conservazione in un luogo fresco e asciutto, nel portafogli o in macchina il lattice deperisce e il preservativo può rompersi. La sua percentuale di fallimento è del 11-16%. Effetti collaterali: reazioni allergiche.

METODI ORMONALI

La pillola combinata contiene due ormoni: estrogeno e progestinico. Viene assunta una volta al giorno e il suo effetto è quello di impedire l’ovulazione oltre che determinare cambiamenti del muco cervicale che impediscono agli spermatozoi di raggiungere e fecondare l’ovulo. In commercio ce ne sono molte ed è necessario sempre valutarne le specifiche indicazioni con lə propriə ginecologə. Ha una percentuale di fallimento del 5%. Possibili effetti collaterali sono vertigini, nausea, anomalie del ciclo mestruale (riduzione del flusso del 40-50%, sanguinamenti irregolari come emorragie o spotting e amenorrea), sbalzi d’umore, aumento di peso, tensione mammaria, aumento minimo del rischio trombotico.  Come con altri metodi, è difficile prevedere quali individui sperimenteranno quali effetti collaterali e quanto saranno gravi.

Alcuni effetti come l’amenorrea possono essere considerati inaccettabili da alcunə ma possono essere ricercati e considerati un beneficio da altrə. I contraccettivi ormonali possono migliorare le condizioni mediche associate ai cambiamenti ormonali e legati al ciclo mestruale. Benefici non contraccettivi sono ottenibili per l’acne, l’endometriosi e il disturbo disforico premestruale (riduzione dei sintomi della sindrome premestruale come gonfiore, crampi e acne).

È bene sottolineare che sono anche associati a un ridotto rischio di cancro ovarico, endometriale e del colon e sono essenziali nel trattamento della sindrome dell’ovaio policistico.

Il cerotto rilascia l’estrogeno e il progestinico, va sostituito settimanalmente per 3 settimane consecutive (nella quarta settimana, senza cerotto, si avrà il ciclo mestruale). Percentuale di fallimento 5%. Gli effetti collaterali sono simili alla pillola.

L’anello vaginale è sottile e flessibile, va inserito in vagina appiattendolo tra indice e pollice. Rilascia estrogeno e progesterone e va indossato per tre settimane consecutive (la quarta settimana, senza anello, si avrà il ciclo mestruale), poi va sostituito con un nuovo anello. Percentuale di fallimento 5%. Gli effetti collaterali sono generalmente più lievi riaspetto all’assunzione orale di contraccettivi ormonali combinati.

Metodi impiantabili sono utili specie in coloro che desiderano un metodo a lungo termine, reversibile e altamente efficace, ma sono a disagio con l’indossare i dispositivi nella vagina durante i rapporti o con le procedure di inserimento in quei siti. L’impianto è sicuro per la stragrande maggioranza dei casi, anche se ci sono controindicazioni per alcune condizioni specifiche, come il cancro della mammella.

Il dispositivo più utilizzato è la Spirale (IUD): piccolo dispositivo a forma di “T” che viene posizionato, dal ginecologo, all’interno dell’utero. Ne esistono due tipi: la spirale in rame rilascia una piccola quantità di rame in grado di impedire la fecondazione (gli ioni rame non hanno effetti sull’ovulazione ma un effetto spermicida) ed eventualmente l’impianto. Può essere lasciata in sede per un periodo variabile di 5-10 anni. Percentuale di fallimento 1%; la spirale ormonale è disponibile in commercio con vari nomi commerciali. Rilascia nell’utero l’ormone progestinico impedendo l’ovulazione, ispessendo il muco cervicale (ostacolando il passaggio degli spermatozoi) ed evitando eventualmente l’impianto. Deve essere rimossa dopo 5 anni. Percentuale di fallimento inferiore all’1%.

METODI CHIRURGICI

Sono rappresentati da sterilizzazione chirurgica ottenibile con:

Vasectomia (interruzione dei dotti deferenti, può essere reversibile);

Legatura tubarica (può essere reverersibile);

Salpingectomia bilaterale (rimozione delle tube di Falloppio, irreversibile).

Ringraziamo la dottoressa Iolanda D’Alonzo per la disponibilità e per aver risposto a molti dei più comuni dubbi che riguardano la salute della donna e delle persone afab. Nel corso di questa intervista la dottoressa ha portato alla luce un problema emerso dalla sua esperienza che ci è apparso preoccupante: molte persone hanno accesso a informazioni riguardanti la salute sessuale e riproduttiva all’interno di un pronto soccorso. Da una parte è importante che tutto il personale medico e sanitario sia pronto a fornire tali informazioni in qualunque presidio, dall’altra ci rendiamo conto che c’è tanto ancora da fare per garantire un accesso all’informazione che sia esteso a tuttə su base preventiva: scuole, consultori, medici di medicina generale e pediatri di libera scelta devono esserne attivamente coinvolti.

Picture of Dominica Lucignano

Dominica Lucignano

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ultimi Post

Nuovomondo

Racconti, Rubriche

Ancora sullo schwa

Attualità, Letteratura

Il diritto di essere brutte

Attualità, Bellezza, Femminismo

PrEP contro HIV: fa per te?

Salute, Sessualità

Cookie & Privacy

Noi e terze parti selezionate utilizziamo cookie o tecnologie simili per finalità tecniche e, con il tuo consenso, anche per altre finalità come specificato nella Privacy Policy
Puoi acconsentire all’utilizzo di tali tecnologie utilizzando il pulsante “Accetta”. Chiudendo questa informativa, continui senza accettare.

Alle origini della violenza: lo stupro nei miti dell’antichità classica

Dal bookclub Storie di corpi – Melissa Broder “Affamata”