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Dal bookblub Storie di corpi – Emily Ratajkowski, “Sul mio corpo”

E chi l’avrebbe detto che un semplice bookclub possa diventare uno spazio di agio, di confronto e di arricchimento, una scarica di energia che ti resta addosso, anche dopo giorni. Uno spazio sicuro in cui trovare una propria dimensione (che ho sempre creduto difficile, quasi impossibile, trovare).
Sto parlando del bookclub mio e di Veronica (amica e sorella) “Storie di corpi”, appuntamento mensile in cui si parla, per l’appunto, di corpo, argomento che può sembrar banale, ma che in realtà è immenso e saturo di tante questioni e contraddizioni.

Siamo partite dal racconto di quello che è non un corpo, ma Il Corpo, quello desiderato da tutt*: il corpo ritenuto socialmente conforme. E chi meglio di Emily Ratajkowski, con “Sul mio corpo”, può rappresentare al meglio questo esempio?


Nell’analisi ci siamo scontrat*, in primis, con i nostri pregiudizi: cosa ha da dire un corpo considerato conforme? Quale dolore può provare davvero? Quali difficoltà può affrontare? (E qui c’è da chiedersi: se si pensa che basti un “bel corpo” per avere una vita felice, o quantomeno lineare, quanto peso ha in questo momento il nostro corpo nelle nostre vite tanto da demandargli una così gran fetta di dolore?).


Questa lettura ci ha colpito in faccia, a pieno volto: ha tantissimo da dire, tante esperienze da raccontare e, soprattutto, tratta di tantissimi temi nella loro complessità (e inevitabile incoerenza).


Il corpo di Ratajkowski ci ha mostrato la centralità della bellezza, la fatica per l’accettazione, il come il resto del mondo possa vederti come un oggetto, e quanto anche tu stess* possa considerarti tale. Un corpo che si è costruito e staccato dalla persona soprattutto a causa delle narrazioni altrui (dei genitori, dei partner e delle persone intorno). Una storia di rabbia, di vergogna, di potere che diventa debolezza e di debolezza che diventa potere. Il vissuto di una supermodella che può sembrare tanto distante da noi, ma che sembra anche un po’ il nostro.


Questo è stato “Sul mio corpo”: tanta complessità e intelligenza. Affrontare le tematiche difficili di questo libro con un gruppo di persone che ha condiviso la propria riflessione, anche attraverso racconti personali, è stato ancora più significativo, arricchente e coinvolgente. Ci si ritrova a parlare con gente sconosciuta di temi così grandi, intimi e, per forza di cose, si crea uno spazio di condivisione e di ascolto davvero speciale.


E ora chissà cosa ci riserveranno i prossimi libri o, meglio, i futuri viaggi alla scoperta dei corpi. Chissà quali riflessioni, quali insegnamenti e quali domande ci porterà. Io so solo che non vedo l’ora di scoprirlo.

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Ilaria Rusconi

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