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Cui Xiuwen: un’arte intima, evocativa e sensuale

Cui Xiuwen è un’artista cinese nata ad Harbin, in Cina, nel 1969. Nonostante la sua vita sia stata breve, poiché si è spenta all’età di 49 anni, la sua carriera artistica è sempre stata segnata dal coraggio di reinventarsi con creatività. Laureatasi alla Central Academy of Fine Arts di Pechino nel 1996, apparteneva a una generazione di artisti che lavorava principalmente dal proprio appartamento e che spesso esponeva le proprie opere in casa. A partire dagli anni Duemila, Cui Xiuwen ha abbandonato la pittura per dedicarsi alla performance art e alla realizzazione di video. Il suo lavoro le ha permesso di essere acclamata dalla critica. Inoltre, è diventata la prima artista cinese le cui opere sono state esposte al Tate Modern Museum di Londra. Le sue opere, oggi, si possono trovare in musei come il Museo Nazionale di Pechino e il Centre George Pompidou di Parigi.

Una delle sue prime esplorazioni del mondo del video è l’opera Ladies’ Room (2000). In quest’opera l’artista ha nascosto una videocamera nel bagno delle donne di un locale e ha ripreso le sex- workers che ci lavoravano, mentre discutevano e si sistemavano. A un certo punto del video una ragazza arrabbiata chiama un uomo al cellulare minacciando di dire alla moglie della loro frequentazione se questo non l’avesse pagata. L’artista aveva in realtà riferito che attraverso quest’opera non intendeva denunciare la condizione in cui vivevano le prostitute, né necessariamente promuovere una visione femminista del mercato sessuale. Con questo video voleva, piuttosto, offrire una testimonianza della vita delle sex-workers e mostrare la loro quotidianità, senza particolari commenti aggiuntivi.

Ladies room, 2000

Un altro video che parla di sessualità e che raffigura questa volta l’artista stessa è Twice, del 2001. La ritrae mentre compie una chiamata a tema erotico. L’artista è sdraiata e, mentre parla al telefono con un partner di cui non si conosce l’identità, si tocca e si accarezza. Attraverso quest’opera, Cui Xiuwen desidera abbattere lo stereotipo secondo il quale le donne non possono provocarsi piacere da sole, oppure che non ne sentano la necessità. L’artista si rappresenta in un momento di abbandono totale al piacere, che è anche sinonimo di amore verso sé stessa. Riguardo a questo lavoro, estremamente evocativo, intimo e sensuale, l’artista spiega che 

Desire is wandering between the spirit and flesh. Rejection and acceptance have become a contradiction. Sometimes when you enjoy the happiness brought on by the flesh, you give up the pursuit of spirit. And sometimes when you seek the spiritual, you have to restrain your desire.

Uno dei suoi lavori più lirici è invece TOOT (2001). In realtà, questa performance prevedeva inizialmente una modella nel ruolo di protagonista, ma siccome questa non si presentò, Cui Xiuwen prese il suo posto. Avvolta dalla testa ai piedi nella carta igienica, nuda, l’artista è immobile. Piano piano, delle gocce d’acqua che le cadevano addosso hanno fatto sgretolare la carta igienica che la ricopriva. Alla fine, rimasta completamente nuda, l’artista alza le mani in un gesto di trionfo. Da molti quest’opera è stata considerata controversa, poiché l’artista che viene spogliata del suo delicato involucro evoca la passività della figura femminile di fronte allo sguardo altrui, soprattutto maschile. L’oggetto del desiderio – ovvero il corpo femminile – in questo caso è sottomesso, senza coperture. Osservandolo ci si sente invadenti, come se si entrasse in uno spazio privato.

TOOT, 2001

A partire dal 2010 Cui Xiuwen decide di porsi nuove sfide, cercando di esprimere anche la spiritualità nella sua arte. È per questo motivo che nel 2010 realizza un video che si intitola Spiritual Realm, dove la spiritualità viene associata alla nudità. Con quest’opera, infatti, l’artista ha chiesto ad alcune persone provenienti da zone meno agiate di Pechino di esibirsi nude e di mettere in scena alcuni movimenti accompagnati da musica, come se si trovassero in un regno etereo. Sin da giovanissima, quando era una studentessa, l’artista si era interessata alla nudità. I soggetti dei suoi primi dipinti – intimi e delicati – erano spesso modelli nudi che ingaggiava appositamente per posare. In questo caso, l’interesse dell’artista per il corpo nudo raggiunge l’apice. Desidera riportare le persone allo stato originale e naturale dell’umanità attraverso la nudità, per sentirsi in relazione col mondo e l’universo. Secondo l’artista, è possibile raggiungere questo stato di contemplazione primordiale solamente rimanendo nudi e di conseguenza vulnerabili. 

Spiritual realm, 2010

Per Cui Xiuwen le sue opere d’arte erano una sorta di reportage del modo in cui le donne, in particolare, vivono la sessualità nella Cina contemporanea. A questo proposito, la sua arte si inserisce all’interno di una tradizione artistica che si è raramente rapportata con la sessualità femminile in maniera esplicita, preoccupandosi unicamente di nutrire i desideri erotici degli spettatori, il più delle volte uomini. In generale, l’artista era molto interessata ad analizzare il mondo di oggi tramite la prospettiva femminile. Ci teneva molto a riportare la voce delle donne e delle ragazze, anche molto giovani, nei suoi dipinti, nei suoi video, nelle sue performance e nelle sue fotografie. È il caso, ad esempio, anche delle due serie di fotografie One Day in 2004 (2005) e Angel (2006-09), che hanno come tema le aspettative di genere sulle donne e sulle ragazze. 

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Elisa Manfrin

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