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Donna, demone, civetta, vampiro: chiamatemi Lilith.

Durante le mie letture e nelle svariate serie tv che seguo, mi sono imbattuta nel nome di Lilith diverse volte. Nei libri della saga Shadowhunters, Lilith è la regina di Edom, il regno dei demoni, mentre nei libri de Le cronache di Narnia, Lilith viene indicata come una delle antenate della Strega Bianca, principale antagonista. Nella serie tv True Blood invece, Lilith è la progenitrice di tutti i vampiri, mentre nella serie di Netflix Le terrificanti avventure di Sabrina, Lilith è la madre di tutti i demoni, che ambisce a sedere sul trono accanto al Signore Oscuro, ovvero Satana. Ma allora chi è davvero Lilith?

Lilith e il Dottor Faust.

La storia di Lilith risale ai miti e alle leggende più antiche. Il suo nome riecheggia in tante storie, dagli ittiti agli egizi, dagli israeliti ai greci. Le Sacre Scritture la nominano in Isaia 34:14, anche se il suo nome viene tradotto come “civetta” o “strega notturna”. Nell’antica Babilonia, Lilith era venerata con i nomi di Lilitu, Ishtar o Lamaschtu e descritta come un demone a capo di una triade intenta a disturbare il sonno dei neonati, conducendoli alla morte. C’è un racconto che ha attirato in modo particolare la mia attenzione e che è forse anche l’apparizione più conosciuta della figura di Lilith. Per parlarne, si deve prima partire da alcune curiose affermazioni che arrivano direttamente dal libro della Genesi.

La storia descritta nella Bibbia racconta che Dio creò prima Adamo dalla polvere e poi creò Eva da una costola presa da Adamo stesso. Tuttavia, nel primo libro della Genesi si legge: «Dio creò l’uomo a sua immagine, a immagine di Dio lo creò, maschio e femmina li creò.» Niente ossa prelevate, solo polvere e fango per entrambi. Infatti, Eva compare solo nel secondo libro della Genesi. Ma allora di quale “femmina” si sta parlando? Nel secondo libro della Genesi si legge: «Jahvè Dio costruì dalla costola che aveva tolta all’uomo formandone una donna e la condusse all’uomo. Allora l’uomo disse: “Questa volta è osso delle mie ossa, carne della mia carne”». L’esclamazione di Adamo “questa volta” porta a pensare che ci fosse stata una “volta” precedente e che quella non fosse andata bene. Che fosse proprio Lilith la primissima donna, nonché prima moglie di Adamo?

Grazie a queste curiosità che arrivano direttamente dalla Bibbia, Lilith appare da protagonista in un testo ebraico dell’Alto Medioevo chiamato “L’alfabeto di Ben-Sira“. Qui, Lilith è descritta come la prima moglie di Adamo, creata dalla terra come Dio “aveva creato Adamo stesso.” Eppure Adamo non sembra affatto felice di stare con una donna come Lilith. Da subito i due iniziarono a litigare.

L’autore scrive che quando i due si accoppiavano, Lilith giaceva sotto e Adamo sopra e per questo la donna mostrava insofferenza. Ella disse al compagno: “Siamo pari l’una all’altro poiché entrambi siamo stati creati dalla terra”. Propose, quindi, di invertire le posizioni, ma Adamo rifiutò nettamente, così lei disse: “Non starò sotto di te”, e Adamo rispose “E io non giacerò sotto di te, ma solo sopra. Per te è adatto stare solamente sotto, mentre io sono fatto per stare sopra”. A questo rifiuto Lilith pronunciò infuriata il nome di Dio e, accusando Adamo, abbandonò il Paradiso Terrestre. Non avendo toccato l’Albero della Conoscenza non divenne mortale ma, nell’immaginario comune, si trasformò in un essere immortale e in qualche modo, sinistro.

Rappresentazione di Lilith

Tenendo in considerazione tutto ciò, non abbiamo la certezza che Lilith sia stata veramente la prima donna. Tuttavia, non ci vuole molto ad individuare nella leggenda di Lilith la paura dell’uomo nei confronti di una donna che non si conforma alle sue leggi. In lei riecheggiano tutti i timori degli uomini per una donna che dice “no” e che non si lascia domare. L’uomo del Medioevo non ci mise molto a trasformare Lilith da donna a demone, associando alla sua figura la trasgressione, il peccato e la lussuria, rendendola in questo modo malvagia e satanica. Mentre Eva, creata a partire dall’uomo di cui è moglie e poi madre dei suoi figli, dimostra la sottomissione dovuta al marito, Lilith è l’archetipo della donna libera, non sottomessa all’uomo e al suo egoismo, non condizionata dalle sue imposizioni e dai suoi ricatti.

Naturalmente l’uomo, nelle cui mani stava e sta tuttora il potere, di fronte a tale ribellione non poteva far altro che screditarla e, appunto, demonizzarla. Da secoli si esalta solo la dimensione materna del Femminile, a svantaggio delle sue aspirazioni e dei suoi desideri. Agendo in questo modo, le donne sono state tagliate totalmente fuori dalla costruzione della società che è, ancora oggi, prettamente maschile. Nel corso della storia, la concezione giudaico-cristiana che vede la donna come fonte di peccato e perdizione ha decisamente influito sul pensiero patriarcale. Questo ha portato le donne a rimanere ai margini di una società controllata e costruita dagli uomini per gli uomini, che non tiene conto della diversità e della pluralità del genere umano.

Nascondere il personaggio di Lilith, cambiarlo, demonizzarlo, trasformarlo in un mostro che risucchia sangue e vita, non è comunque servito a fermare il desiderio di rivalsa nelle donne. Ecco perché credo che sia fondamentale in questo momento, riscoprire la figura di Lilith in quanto esempio di ribellione ad un potere che non accetta il confronto con coloro che hanno idee, opinioni e desideri differenti. Lilith ricorda alle donne il proprio potere, il potere di scegliere, il potere di non essere addomesticabili. La sua immagine alberga nelle profondità dell’inconscio femminile, il suo spirito potrebbe essere in ognuno di noi: lasciamola uscire di nuovo.

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Selenia Romani

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