Copertina di "Parti e omicidi" di Murata Sayaka

Il canto delle cicale: Parti e omicidi di Murata Sayaka

Ogni generazione pensa al proprio futuro. C’è chi immagina che in fin dei conti non cambierà poi molto, forse con poca fantasia, e chi invece spera in mutamenti sostanziali della società, infrangimenti delle strutture patriarcali, raggiungimento dei diritti per tutti, riorganizzazione delle ricchezze, protezione dell’ambiente e della Terra che ci ospita.

E poi c’è Murata Sayaka.

Mentre in I terrestri aveva lasciato che l’immaginazione costruisse barriere salvifiche che accorressero in soccorso della protagonista e delle sue persone care, qui l’immaginazione della scrittrice crea una società futuristica in cui “le dinamiche che girano intorno al sesso e alla morte sono totalmente ricalibrate in un nuovo schema funzionale” che le gestisce con regolamentazioni del tutto nuove.

Nel futuro di Parti e omicidi l’evoluzione della società prevede un’attività sessuale praticata quasi esclusivamente per piacere e un controllo sulla nascita e sulla morte amministrato in maniera inaspettata.

Ma meglio andare con ordine.

Parti e omicidi è ambientato in un mondo che cerca una soluzione per contrastare il calo demografico in caduta vertiginosa. Lo stesso mondo in cui invece gli episodi di suicidio e omicidio continuano a crescere. Ecco quindi la soluzione:

Il cosiddetto “Sistema dei parti e omicidi” è stato introdotto dall’estero prima che io nascessi, e consente a una persona capace di mettere al mondo dieci nuove vite di sopprimerne un’altra a propria completa discrezione.

Tutto gentilmente coordinato e gestito dal governo che ha abbracciato il sistema.

Non tutti accettano questo nuovo stato di cose. C’è chi fa fatica ad accettarlo, non riesco a dar loro torto. Tuttavia le nuove dinamiche che si creano in questo romanzo dalle tinte forti sono affascinanti, oltre alla loro sfumatura raggelante. E l’esagerazione estrema di un bisogno può non essere la soluzione, ma spalanca la visuale su quello che siamo e su chi desideriamo essere. Senza dimenticare cosa siamo disposti a fare per ottenere l’obiettivo.

In un mondo in cui l’amore e il sesso non conducono più alla riproduzione della specie, l’omicidio rappresenta lo stimolo principale alla procreazione. L’intento di sopprimere una vita diventa la chiave di volta per crearne altre.

Quindi, chi vuole uccidere qualcuno si può mettere a disposizione dello stato e partorire dieci nuove vite. Dieci bambini che verranno poi prontamente adottati da chi vuole prendersene cura. Non importa che si sia provvisti o meno di utero: la scienza permette a tutti di diventare gestante e mettersi a disposizione del sistema. Come accorda a tutti la possibilità di diventare genitore: coppie, troppie, persone singole, non fa differenza. È sufficiente volere una nuova vita da accogliere in casa e, si spera, amare.

L’ipotesi, seppur spaventosa, allarga i confini della mente e ci immerge nel mondo della potenzialità.

E se allargare i confini fa paura, specialmente quando ci si inoltra in territori inesplorati, spero sempre che il progresso e l’evoluzione del genere umano illuminino il cammino verso una realtà più equa e solidale per tutti.

Buona lettura.

Parti e omicidi, di Murata Sayaka.

Murata Sayaka è nata nel 1979 nella prefettura di Chiba. Debutta come scrittrice nel 2003 con il racconto Junyū (L’allattamento) che riceve il Gunzō Prize for New Writers. Nel 2009 si aggiudica il Noma Literary Prize for New Authors con Gin iro no uta (La canzone d’argento). Nel 2013 il Premio Mishima con Shiro iro no machi no, sono hone no taion no (Il bianco della città, delle ossa e della temperatura corporea). Nel 2016 attira a sé le luci dei riflettori con il brillante La ragazza del convenience store (Edizioni E/O 2018), vincitore del Premio Akutagawa.

Tradotto in italiano da Gianluca Coci.

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Alessandra Marrucci

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