Spesso i pensieri migliori arrivano quando si è in viaggio. Così come le risposte migliori si manifestano sotto la doccia per poi essere immediatamente dimenticate appena si asciuga l’ultimo centimetro, ma questa è un’altra storia. Può capitare di essere in metropolitana, sulla linea arancione, la Ginza line a Tōkyō, in un giorno poco affollato d’estate. Può capitare di trovare proprio lì il coraggio di far partire la narrazione della propria esistenza. Una vita fatta di fasi e stagioni, intenti e ossessioni. Tuttavia, da qualunque luogo si scelga di iniziare a raccontare, se si possiede un corpo femminile, non c’è modo che questo non costituisca il fattore determinante dell’esistenza. Siamo un corpo prima di essere qualunque altra cosa.
Il titolo di questo romanzo sembra banalizzarlo riducendolo a due simboli. I seni, da secoli immagine femminili di maternità, sesso e bellezza; vittimizzati, nascosti, ostentati, qualunque sia la loro forma o funzione, oltre a quella più ovvia, di parte del corpo. Le uova, gli ovuli, che ogni corpo femminile riceve fin dalla nascita, salvo eccezioni, nell’intera quantità che si avrà a disposizione per tutta la vita. Ovuli che determinano la bellezza e la violenza propria della creazione di un altro essere umano.
Provo un orrore pazzesco al pensiero che già prima di venire al mondo nel mio corpo ci fosse il necessario per contribuire alla nascita di un essere umano. Ero già piena di quei cosi, ne avevo dentro a milioni! Il potere di dare la vita ancor prima di nascere… E non è scritto solo nelle pagine dei libri, ma è qualcosa di reale che avviene dentro il mio ventre! Se solo ci penso mi verrebbe voglia di estirpare via tutto e ridurlo in poltiglia! È assurdo, ma che roba è mai questa?!
Midoriko
Dal corpo e dai suoi cambiamenti derivano confusione e incertezze, dal suo utilizzo o dal suo abuso sorgono rabbia e frustrazione, in una società patriarcale che sgomita e offende in quasi tutti gli aspetti della vita femminile. Tra le pagine si percepisce il calore scottante della rabbia che ribolle nel sangue e sulla lingua di numerosi personaggi femminili di grande impatto. Si discutono i diritti sulla maternità, le relazioni, il sesso, il lavoro, la salute, la bellezza stessa. Si rivendica il diritto di decidere per sé, senza imposizione alcuna.
Ed è qui che Kawakami Mieko, con il suo romanzo, descrivendo l’intensità di una rivendicazione a voce altissima e per nulla moderata, abbatte i tabù del non detto, fa esplodere tutti gli argomenti che la sua società rifiuta e nasconde. È così che dà voce agli interrogativi e alla confusione di tutte le sue protagoniste in un coro che diventa identità e manifesto dei tempi moderni. Perché come espresso in una sua intervista: “Le donne hanno smesso di accontentarsi di tacere”.
Seni e uova di Kawakami Mieko.
Con la prima parte (di due) “Estate 2008”, ha vinto il 138º premio Akutagawa, uno dei più prestigiosi premi letterari giapponesi.
Tradotto in italiano da Gianluca Coci
6 risposte