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Perché entrare in una “Libreria delle donne”?

Mi considero una persona curiosa e sono sempre stata un’avida lettrice. Gli anni del liceo e dell’università hanno causato una brusca frenata a questo mia passione, ma non ho mai perso la voglia di andare per librerie e biblioteche. Anche se negli ultimi anni non ho avuto molto tempo o energie da dedicare a letture non accademiche, è una gioia ritrovarmi a gironzolare tra le pareti folte di libri, a sfogliare le chicche che trovo esposte, a sorprendermi per le copertine, i titoli e nomi di autrici e autori che attirano la mia attenzione dagli scaffali.

Da circa quattro anni mi affido al servizio Bookdealer, un catalogo online che contiene numerosissimi titoli e che, sorpresa, non è un e-commerce, bensì un’interfaccia da cui poter ordinare libri da librerie indipendenti. Come funziona? Si aggiungono i libri al carrello e, una volta acquistati, si può scegliere se far recapitare l’ordine a casa (“Il tuo libraio a domicilio”) o se ritirare gratuitamente i libri in una delle librerie a vostra scelta. A me piace scoprire che attività ci sono attorno a me: librerie per bambini e ragazzi, librerie indipendenti che trattano fumetti, viaggi, chi più ne ha più ne metta.

Ciò che ha attirato la mia attenzione, questa volta, è stato che anche a Bologna, dove mi trovo a studiare da fuorisede, esiste una libreria delle donne. Mi ha colpita perché anche a Padova, la mia città d’origine, ce ne sono due che hanno questo nome.

Una volta arrivata la notifica che i miei libri erano disponibili in libreria per il ritiro, ho fatto visita alla Libreria Alta Marea in Via San Felice. Mentre aspettavo il mio turno, sono andata a curiosare in giro: benché la libreria sembri piccola, ci sono moltissime sezioni di storia, narrativa, romanzi, fumetti, libri illustrati, l’angolo queer, l’angolo di saggistica. Non potevo vedermi, ma probabilmente in quel momento i miei occhi stavano scintillando per quanto ero contenta di vedere la cura nella selezione dei titoli e nella diversità di proposte per potenziali lettrici e lettori.

Sono rimasta davvero senza parole nel pensare a come avrebbe potuto essere una miniera inesauribile di conoscenza e di formazione, di cultura e di educazione di bambine e bambini, adolescenti, giovani adulti, donne in carriera, donne impegnate politicamente, emotivamente, sessualmente, donne incerte sull’affettività ma magari consapevoli del loro ruolo politico e civile.

Sono posti come questo, come le librerie delle donne, che risvegliano in me la consapevolezza che non siamo sole in questo mondo di lotte e di dure conquiste, di osservazione ed elaborazione di ciò che ci accade e ci che ci circonda. Non siamo le sole ad averlo pensato, un’autrice avrà scritto un saggio, un romanzo, una graphic novel che potrà aiutare te e le tue sorelle ad affrontare quella tematica, ad approfondirla e a dialogarci sopra.

La fortuna di avere posti come questa libreria è di poter avere un porto sicuro in cui dibattito, confronto, condivisione sono la base e la linfa stessa dell’attività.

Data la mia curiosità e al mio spirito di ricerca continua, ho cominciato a domandarmi se non fosse un fenomeno recente, che deve la sua origine all’intraprendenza di donne tra i trenta e quarant’anni, ma che fosse, invece, frutto di qualcosa di più grande.

Ecco quindi che, come tante volte è capitato a tutte e tutti noi, ho digitato sul motore di ricerca “libreria delle donne”, senza specificare una città o un periodo. Che bellezza! Ho scoperto che Bologna e Padova non sono le uniche città italiane, ma nemmeno le uniche città al mondo che ospitano queste realtà.

Alla voce Wikipedia Libreria delle donne in Italia è presente una consistente bibliografia di articoli e contributi utili per conoscerne la storia e sostenerle. A Milano, Roma, Amsterdam, Brooklin, Sidney, esistono donne che hanno fatto loro la missione della divulgazione, della memoria storica e della lotta femminista a suo di libri e cultura.

Ecco le librerie attive in Italia

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Gaia Zordan

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