Con il nome Suu Morishita, la coppia formata da Makiro e Nachiyan pubblica i volumi di A Sign of Affection (Yubisaki to Renren), un manga che da quest’anno ha anche un adattamento anime.
La storia ha per protagonista Yuki, una diciannovenne che da subito scopriamo essere non udente. In una delle prime scene, la si vede in difficotà: un ragazzo straniero le chiede informazioni, ignaro della sua condizione. A “salvarla” dalla situazione arriva Itsuomi, un ragazzo poliglotta che frequenta la sua stessa università, che risponde alle domande del ragazzo. Mentre Yuki si aggiusta i capelli dietro l’orecchio, Itsuomi intravede il suo apparecchio acustico. Per ringraziarlo, inizialmente la ragazza utilizza la lingua dei segni ma, intuendo che Itsuomi non la conosce, inizia a scrivere sul suo cellulare.
Itsuomi la interrompe, chiedendole se capisce il labiale: iniziano una conversazione tra lo scritto di Yuki e il labiale del ragazzo. Da questo momento in poi, comincia la storia di innamoramento tipica dello shōjo.
La rappresentazione della disabilità
Tra gli elementi che danno valore alla storia di A Sign of Affection, c’è la scelta di conferire il ruolo di protagonista ad una ragazza sorda. Spesso, infatti, la rappresentazione della disabilità riguarda prettamente i side characters. Qui, invece, il focus della storia è il mondo di Yuki. I lettori e gli spettatori assumono il punto di vista di una diciannovenne sorda nella sua quotidianità. Una realtà, questa, che spesso rimane invisibile in una società ancora poco inclusiva.
Il problema della rappresentazione della disabilità è attualissimo. Se, da un lato, non si lascia spazio al racconto di storie di questo tipo, dall’altro, quando avviene, ne consegue un risultato stereotipato, che sfocia nell’abilismo.
Yuki è sorda fin dalla nascita, ha frequentato una scuola per non udenti per poi decidere di iniziare l’università: vuole conoscere il mondo esterno, senza rimanere confinata. Di questa sua decisione non viene però fatta una questione: Yuki la vive come un’esperienza elettrizzante, che certamente ha le sue difficoltà, ma che non la scoraggiano. La sua vita procede come quella degli altri, ma è costellata da tanti dettagli che ci spiegano il suo mondo senza suoni: la sveglia che vibra o la compagna che la aiuta a seguire le lezioni dell’università sono solo alcuni degli elementi che caratterizzano la sua realtà.
Certamente, vengono messi in evidenza anche i momenti più duri. Infatti, Yuki ha difficoltà a trovare un impiego part-time, a differenza delle altre persone.
Comunicare
La protagonista comunica in diversi modi: per esprimersi, scrive sul cellulare o con la penna, oppure utilizza la lingua dei segni. Per capire gli altri, legge il loro labiale o i loro segni. In generale, è molto brava a decifrare anche i movimenti e le espressioni delle persone.
Nell’anime, quando i personaggi parlano con Yuki, lo fanno lentamente, per aiutarla nella lettura delle labbra; nel manga, la scritta nelle vignette diventa più chiara. Nella rappresentazione dei segni si nota il grande lavoro dietro i disegni e le animazioni. Ci si concentra su ogni particolare: mani morbide o rigide, movimenti decisi o deboli e così via. Non vengono dimenticate le espressioni facciali, i sorrisi e gli occhi. Il duo autoriale ha raccontato in varie occasioni della collaborazione con un’esperta della lingua dei segni, al fine di disegnarli nel modo più corretto.
Itsuomi e gli amici di Yuki si impegnano per comunicare con lei, imparando anche la lingua dei segni da zero. Assistiamo anche a momenti complicati, in cui la comunicazione risente dell’ambiente. Yuki, però, trova sempre il modo per abbattere le barriere legate al buio, all’essere controluce o ai luoghi affollati.
Il nostro mondo
L’anime si apre con la puntata “Il mondo di Yuki” e si chiude con “Il nostro mondo”, quasi a sottolineare il viaggio compiuto sia dai personaggi che dagli spettatori. Infatti, Yuki è riuscita a far conoscere il suo mondo a chi le sta vicino; a sua volta, però, è entrata a far parte nel mondo degli “altri”. Il conseguimento del passaporto tanto agognato diventa l’oggetto-simbolo di un traguardo, che però sa di punto di partenza.
Di questo mondo inclusivo, fa parte anche chi guarda o legge la storia di A Sign Of Affection: si riceve un input ad ad uscire fuori dal proprio piccolo mondo, per raggiungere una comunicazione efficace con tutte le persone che ci circondano, abbattendo i muri comunicativi che ostacolano i rapporti tra le persone. Yuki è la prima ad invitarci a farlo, mostrandoci il suo percorso in questo dolce manga-anime.
Maura Catania