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PAPILLOMA VIRUS, I FALSI MITI E IL VACCINO: ECCO COSA FARE DOPO I 26 ANNI

L’HPV è un virus che si trasmette esclusivamente per via sessuale e che può infettare la cute e le mucose della zona orale e genitale. Le infezioni sono transitorie nella stragrande maggioranza dei casi, potendo essere controllate dalle normali difese immunitarie. Tra i ceppi HPV vi sono quelli a basso rischio che possono causare lesioni benigne come verruche (su cute) e condilomi (sulle mucose): queste lesioni vanno sicuramente asportate perché possono accrescersi in dimensioni o numero e sono contagiose, ma non rappresentano un rischio di cancerizzazione. Questo rischio invece esiste per le lesioni al collo dell’utero causate in oltre il 70% dei casi dai ceppi 16 e 18, definiti appunto ceppi ad alto rischio. È nei confronti di questi due ceppi che anni fa si sviluppò il primo vaccino anti-hpv, in seguito si è passati a un vaccino tetravalente (contro i ceppi 6,11,16,18) e da questo all’attuale nonavalente, mentre è in approvazione un vaccino contro ben 13 ceppi.

Il vaccino era inizialmente rivolto alla sola popolazione femminile adolescenziale, ma già da qualche anno vi sono indicazioni alla sua estensione universale: sarà questa la strada per l’abbattimento dell’incidenza del tumore al collo dell’utero e delle altre lesioni hpv-correlate.

La vaccinazione è offerta attivamente e gratuitamente alle adolescenti e agli adolescenti prima che diventino sessualmente attivi, in modo da ottimizzare la prevenzione dell’infezione. L’offerta varia nelle diverse Regioni italiane in termini di estensione per fascia d’età. Nessuna Regione offre gratuitamente il vaccino dal 27° anno di età, in quanto da questa fascia d’età in poi il bilancio costo/beneficio non è risultato favorevole, ma è possibile acquistarlo ad un prezzo che varia dagli 80 ai 90 euro a dose per un totale di 3 dosi.

I vaccini hpv dopo il Covid-19

Il problema si è inevitabilmente presentato con l’emergenza sanitaria da Covid-19, con la difficile reperibilità dei vaccini hpv e i ritardi nelle somministrazioni delle dosi successive alla prima. Vi sono lunghe liste d’attesa: questo aumenta a pieno titolo la sfiducia nella campagna vaccinale, soprattutto per quelle persone che, superati i 27 anni, non solo non vi hanno accesso gratuito, ma si vedono ridotta l’efficacia per la dilatazione dei tempi tra una dose e l’altra. Efficacia che ricordiamo essere già limitata da questa fascia d’età in poi, e che giustifica la non gratuità dell’accesso a tale misura preventiva.

Ricordiamo che il vaccino hpv non è esteso solo alle persone con utero ma anche alle persone con pene che hanno rapporti con altre persone con pene, poiché queste ultime non hanno a disposizione le metodiche di screening come pap test e hpv test e trarrebbero quindi un vantaggio maggiore dal vaccino, in termini di abbattimento del rischio infettivo e di lesioni associate. È esteso anche alle sex worker e ai sex worker.

Il rischio di trasmissione è ridotto ma non annullato con l’uso del preservativo, in quanto quest’ultimo non protegge tutta l’area genitale: il virus può trovarsi sulle grandi labbra, sullo scroto o nella regione perianale. Per il contagio basta il contatto con queste aree mediante sfregamento. Pertanto, utilizzare il profilattico non copre dall’infezione al 100%, e non esclude assolutamente l’utilità del vaccino. In sostanza l’unico modo per non entrare mai in contatto con il papilloma virus nel corso della vita sarebbe quello di astenersi del tutto dai rapporti sessuali, sia protetti che non protetti. Il 90% delle persone sessualmente attive entra dunque in contatto con hpv.

Il pap test e la positività

È bene sottolineare quindi come l’obiettivo ultimo a cui si mira con le metodiche di screening disponibili non è quello di ricercare la positività al virus, ma quello di prevenire il tumore al collo dell’utero. Il pap test è rivolto a tutte le persone con utero sessualmente attive ogni 2-3 anni e consente l’esfoliazione e l’analisi al microscopio di cellule del distretto cervico-vaginale. Se un ceppo di hpv ha non solo infettato queste cellule ma le ha anche trasformate in cellule anomale, il risultato del test sarà positivo, e l’atteggiamento è quello di monitorare l’evoluzione di queste alterazioni e/o effettuare una colposcopia per la visione diretta mediante reagente delle lesioni, le quali però nella maggioranza dei casi regrediscono spontaneamente. Non ha minimamente senso effettuare l’hpv test e quindi la ricerca diretta del virus al di sotto dei 30 anni come test di primo livello, perché come anticipato potrebbe dare riscontro positivo nella quasi totalità della popolazione sessualmente attiva in tale fascia d’età. È invece effettuato l’hpv test come test di screening di primo livello nelle donne al di sopra dei 30 anni, nelle quali la positività è associata a un rischio maggiore di tumore al collo dell’utero, e in tal caso è seguito dal tradizionale pap test per scongiurare una qualunque lesione neoplastica associata all’infezione.

Lo stigma, l’ansia e le colpevolizzazioni intorno al tema hpv sono all’ordine del giorno e sono del tutto infondate. Spesso comunicare al partner la propria positività genera allarmismi che spingono le persone con pene ad astenersi sessualmente e a testarsi a loro volta per la ricerca dell’hpv, ma non c’è indicazione a farlo in chi non ha il collo dell’utero e che quindi nella peggiore delle ipotesi non potrebbe sviluppare in nessun caso un cancro al collo dell’utero. Se si ricercasse in questi soggetti l’hpv lo si farebbe ad esempio in uretra, ma il virus potrebbe essere sul glande, potrebbe essere sullo scroto o ancora in ano. Dunque, sarebbe inutile e limitante: è solo un generatore di ansia a beneficio nullo. La positività all’hpv non impone sospensione dei rapporti sessuali, non impone sospensione di ricerca di gravidanza, e non impone, per questo specifico caso, neanche di comunicarlo al partner. Non è necessario comunicarlo perché questi ne è probabilmente portatore e non ha modo di evitare il virus se non, come sopracitato, attraverso l’astensione a vita dall’attività sessuale.

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Dominica Lucignano

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